Nell’era moderna, che si tratti di moda, motori, food o mixology si avverte una percezione nostalgica verso il passato.

L’ ambiente della cucina non è più semplicemente il luogo dove si preparano i pasti, è diventato anche il cuore pulsante di una rivoluzione culinaria dove il controllo sulla gestione è fondamentale.

In un mondo sempre più attento all’ecologia e all’etica alimentare, la cucina si evolve non solo nella preparazione dei piatti, ma anche con i valori che abbraccia.

Nell’attuale scenario post pandemia, il Food&Beverage ha reimpostato molte regole e abitudini esistenti da tempo, che sembra abbiano fatto ingranare il “turbo” al settore. Il comparto, infatti, è al 2° posto nell’ industria manifatturiera italiana. È fiore all’occhiello della nostra economia e sta attraversando una fase di profonda trasformazione sotto l’impulso inarrestabile dell’innovazione digitale.

I nuovi paradigmi dell’Industria 4.0 permettono al settore di rispondere con efficacia alle attuali sfide di sicurezza, tracciabilità e qualità. Da qui l’inevitabile creazione di nuove figure professionali, che spesso pur nascendo nella ristorazione evolvono le loro cariche e mansioni, che si avvicinano sempre più a quel mix tra food&beverage e imprenditoria.

A metà novembre, in Versilia, si è tenuta una convention della durata di due giorni  presieduta da Emiliano Citi.

La sua aura carismatica cattura l’attenzione in sala.

Un taglio di capelli moderno, una lunga barba e il tutto ben curato aggiungono anche un tocco di fascino, ma è la sua abilità nel presentare idee innovative che davvero colpisce.

Lo abbiamo incontrato giorni dopo per un’intervista nel suo nuovo ufficio, una struttura molto bella e dal gusto ricercato, che trasmette l’essenza di questo innovatore.

La stretta di mano decisa, infonde da subito la sua sicurezza e Citi irradia l’ambiente con la sua personalità. “Sin da giovane mi sono dato molto da fare cercando di fare carriera e ho cercato di migliorarmi. Ognuno di noi si ispira a qualcuno/qualcosa, e grazie al film Cocktail, io ho capito che il mio settore era quello del Food&Beverage”, racconta Citi. Cocktail è un film del 1988 diretto da Roger Donaldson, con protagonista Tom Cruise. Narra la storia di un giovane barman (Tom Cruise), che con la sua professione si divide tra serate, divertimento e gentil sesso.

Ispirato dalla produzione hollywoodiana, Citi, originario di Pisa, cresciuto a Viareggio, parte come cameriere in un bar della città del Carnevale. Poi entra in Polizia, perché fin da piccolo era il suo sogno, ma purtroppo o per fortuna, ha un brutto incidente, che lo fa riformare, e quindi torna alla sua prima passione, ovvero lavorare come Barman. È il 1994, e inizia a dividersi tra i molti locali della Versilia, vivendo la notte come il giorno. 

Inizia a viaggiare intorno al globo, rinunciando ad alcune offerte di lavoro più cospicue in Italia, per andare circa 4 mesi al Club Med al Resort Alpe d’Huez, per riuscire a imparare il francese, appassionandosi così di lingue. “Sono un curioso della vita, ma soprattutto delle lingue, le ho imparate attraverso viaggi, ma anche con l’utilizzo dei mass media”, racconta l’imprenditore.

Una carriera in crescita quella di Citi, che lo porta a diventare food&beverage Manager di importanti realtà, ma anche a lavorare sulle navi da crociera. Un affamato di esperienze, che fanno in modo che il suo curriculum cresca. “Uno dei miei mantra è ‘si fa quello che si dice’, facendo sempre attenzione al dettaglio”, precisa Citi.

Nella nostra chiacchierata, Citi, spiega che imparare dal fallimento è diventato un luogo comune nel mondo del Business. Infatti lui stesso, trae insegnamento da un fallimento lavorativo.

Nel 2015 inizia a lavorare come insegnate all’Alma, la scuola di alta formazione per la cucina. “Ma è nel 2016 che dopo un malessere, che risvegliatomi in ospedale, a Bologna, ho capito che dovevo cambiare qualcosa nella mia vita, anche per il figlio che in quell’anno aveva appena 4 anni”, rievoca Citi.

Inizia, così,  a fare consulenze rimanendo incredulo lui stesso: “questo mondo nuovo pendeva dalle mie labbra!”.

Inizia a capire che grazie a dei metodi di gestione imparati negli Stati Uniti, era bravo sui costi di gestione.

Ristobusiness è oggi la sua azienda, offre analisi strategica ed economica, consulenze private, qui Citi è socio unico, con 25 collaboratori all’attivo e ha chiuso il 2023 con un fatturato che supera 1 milione di euro.

“Il 2023 è stato l’anno del mio cambiamento aziendale, ho reimpostato la struttura del mio Brand principale, e a questo si è aggiunto un restyling dell’altra società chiamata Tomato, specializzata in software gestionali della ristorazione”, precisa Citi, il visionario con la capacità di semplificare tutto puntando unicamente verso l’obbiettivo finale.

Cristiano Gassani

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