L’Africa è un continente ricco di colori e sfumature che si rispecchiano nelle vesti multicolori delle donne, rese ancora più abbaglianti dalla loro pelle di ebano. Il continente nero è una terra di contrasti, nel quale il rosa dei fenicotteri cede il passo all’arancione dei tramonti, all’ocra della savana per poi trasformarsi nel verde lussureggiante dei boschi. Per tutte queste sfacettature cromatiche, l’Africa è anche il perno intorno a cui ruota M’Afrique a Ensemble, il progetto del Coni che coinvolge artisti e designer per arredare Casa Italia, residenza che ospita gli atleti e il loro team durante le Olimpiadi di Parigi e che per l’occasione è stato scelto l’edificio Le Pré Catelan.
Il progetto M’Afrique nasce nel 2009 dal legame di Patrizia Moroso (art director dell’omonimo studio e Cavaliere del lavoro, insignita dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel 2010) con il continente nero, un luogo profondo e ricco di emozioni. “Tutto quello che viene da quel luogo è vitale e carico di infinita bellezza. Con l’Africa non riesco a essere razionale: è una terra che amo incondizionatamente”, spiega Patrizia Moroso. Per il progetto Casa Italia Parigi 2024, Moroso interpreta gli spazi outdoor attraverso l’ideazione di sedute progettate da quattro designer internazionali e interamente prodotte a mano in Senegal nell’Atelier M’Afrique, a cura di Abdou Salam Gaye, con la tecnica dell’intreccio a mano di fili di plastica usati tradizionalmente per la costruzione delle reti da pesca.
M’Afrique è firmata dai designer: Tord Boontje, Marc Thorpe, Ron Arad e Sebastian Herkner.
La collezione Shadowy di Tord Bootje prende ispirazione dalle sedute da spiaggia degli anni ’20 del Nord Europa per racchiudere in sé una moderna e funzionale idea delle forme unita all’attenzione verso le antiche lavorazioni artigianali africane. L’alto schienale, i braccioli e la seduta terminano con linee curve che conferiscono alla poltrona l’aspetto di un trono. Lo schienale si allunga fino a creare una curva che ricorda un baldacchino e funge da parasole. I pattern sono ottenuti dall’intreccio di fibre plastiche che rendono il prodotto resistente al sole, all’acqua e all’usura.
Husk, invece, è realizzata da Marc Thorpe e si ispira ai campi di mais caratteristici dell’Italia settentrionale e del Friuli. La seduta in acciaio verniciato e fili in polietilene prende forma dall’architettura naturale del guscio di una pannocchia per diventare una poltrona contemporanea che celebra un comfort non convenzionale, mentre The Modou Collection disegnata da Ron Arad si compone di cinque elementi che includono la rivisitazione dell’iconica poltrona Big Easy. Modou è il nome che Arad ha voluto dare a una famiglia di sedute cinetiche come un bolide futurista, in omaggio al fabbro di Dakar con cui ha realizzato gli arredi.
Le sedute del designer Tord Boontje sono caratterizzate da linee curve ispirate dalla tipica danza di corteggiamento dello struzzo che popola l’Africa orientale. Il battito delle ali è trasferito sulla silhouette della seduta per generare le forme sporgenti pensate come un abbraccio dinamico. L’intreccio sulla struttura in acciaio è realizzato con fili da pesca colorati presentati in un suggestivo motivo bicolore.
Dal 26 luglio all’11 agosto, sono questi alcuni arredi che trasformano Le Pré Catelan, in Bois de Boulogne. L’edificio è stato costruito alla metà dell’Ottocento, e il 23 giugno 1894 ha ospitato la cena per celebrare la nascita dei Giochi Olimpici dell’era moderna voluta dal barone Pierre de Coubertin. Proprio da questa suggestione non può esserci luogo più adatto per accogliere il progetto Ensemble e omaggiare il valore della fratellanza alla base degli sport e, in modo particolare, dei Giochi Olimpici.
Simone Lucci
RIPRODUZIONE RISERVATA