Vent’anni dopo lo straordinario successo de La ragazza con l’orecchino di perla, che mette in scena il rapporto tra il celebre pittore Vermeer e la giovanissima Griet, Tracy Chevalier torna con un nuovo romanzo. La ricamatrice di Winchester (titolo originale: A Single Thread), edito da Neri Pozza e in libreria dal 16 gennaio 2020, è ambientato nell’Inghilterra degli anni Trenta del Novecento, di cui ci restituisce un quadro fedele e ricco di dettagli storici. Protagonista indiscussa del romanzo è Violet Speedwell.
Violet ha trentotto anni e la Grande Guerra l’ha privata del fratello, George, e del fidanzato, Laurence. Violet sembra pertanto condannata al destino di “donna in eccedenza”, termine coniato appositamente dai giornalisti per indicare “quelle rimaste nubili a causa della guerra e che difficilmente si sarebbero sposate, una minaccia, anzi una vera tragedia, per una società basata sul matrimonio”. In altre parole, ci sono troppe donne e pochi uomini. Dopo il danno la beffa: la scorbutica madre di Violet ritiene che il compito di una figlia sia quello di “servire e riverire la madre, in attesa di servire e riverire un marito”.
Ma Violet desidera essere indipendente e così decide di lasciare la casa di famiglia, a Southampton, e di trasferirsi a Winchester, dove trova lavoro come dattilografa. Quando comunica la decisione alla madre, il cuore le batte nel petto “come un uccellino in gabbia” e Violet realizza che, a dispetto dei suoi trentotto anni, ha “ancora paura di tutto”. Quella paura, però, riesce a sconfiggerla e a Winchester la sua vita cambia drasticamente.
Qui entra a far parte dell’associazione delle ricamatrici della cattedrale, fondata da Louisa Pesel (donna esistita realmente, simbolo della magistrale abilità dell’autrice di mescolare personaggi reali e fittizi già riscontrata ne La ragazza con l’orecchino di perla), dove impara a ricamare i cuscini da preghiera per i fedeli. “Ars longa, vita brevis”, dice a Violet una delle ricamatrici: l’arte è lunga, la vita è breve; l’eredità della Grande Guerra consiste nella fugacità delle cose, Violet lo ha imparato sulla sua pelle, ma quei cuscini sono destinati a durare nei secoli successivi e l’idea che qualcosa creata da lei permanga nel tempo tra le mura di quella splendida cattedrale è una tentazione alla quale Violet non può resistere.
Vuole lasciare un segno in quel mondo che sembra aver deciso per lei, che le ha appiccicato addosso un’etichetta di cui lei non riesce a liberarsi, vuole che ci sia “una piccola parte di me, qui dentro. Qualcosa di utile, e non solo per me”. Così come accade alle persone che lì dentro vengono solo per accendere una candela: “una piccola fiamma in una cattedrale smisurata. Però è la loro fiamma”. Violet vuole che la sua fiamma personale brilli all’interno della cattedrale di Winchester, dove riposa Jane Austen.
E così Tracy Chevalier ci restituisce il ritratto di una donna che lotta strenuamente contro le convenzioni sociali di un’epoca neanche troppo lontana e che si fa strada in un labirinto di pregiudizi, venendone fuori a testa alta. Ci regala una donna indipendente e fiera, che sconfigge le sue paure e crea da sé il proprio destino, rifiutando quello che la società ha scelto per lei. E ci regala infine la meraviglia di una vita ordinaria, rendendola straordinaria nella sua semplicità.
Durante l’incontro di presentazione del libro, tenutosi a Milano presso la All Saints’ Anglican Church, Tracy Chevalier ha raccontato a un numeroso pubblico di essersi cimentata lei stessa con l’arte del ricamo durante la stesura del libro. Aveva fatto lo stesso per La ragazza con l’orecchino di perla, prendendo lezioni di pittura, e come il capolavoro che ha consacrato il suo successo, anche La ricamatrice di Winchester ha tutte le carte in regola per trasformarsi in un ennesimo trionfo.
Nata a Washington ma di adozione britannica, Tracy Chevalier lavora a lungo come editor. Il suo primo romanzo è La Vergine azzurra. Alcuni tra gli altri titoli sono La dama e l’unicorno, Strane creature, L’innocenza e Quando cadono gli angeli, tutti pubblicati in Italia da Neri Pozza.
Eugenia Dal Bello