La fotografa americana Vivian Maier commuove ed emoziona con la sua storia e la sua visione del mondo. Bambinaia di professione, fra gli anni Cinquanta e Novanta, ha scattato più di centocinquantamila fotografie da New York a Chicago senza mai mostrarle a nessuno. Oggi è possibile ammirare queste fotografie grazie a John Maloof, uno studioso di storia che alcuni anni fa si è aggiudicato una cassa di negativi a una vendita all’asta di Chicago, riportando così alla luce la straordinaria opera di Maier dopo la sua morte. Gli scatti hanno svelato al mondo un’artista intelligente, acuta, ironica e sensibile, che ha documentato per decenni la vita quotidiana nel periodo della rinascita postbellica osservando con delicatezza e dinamismo: donne, uomini, bambini e anziani.

Con più di 200 fotografie a colori e in bianco e nero, scatti iconici di ampio respiro e di ottima qualità, oggetti personali, documenti inediti, sale esperienziali e immersive, registrazioni audio e filmati Super 8, il Centro Culturale Alinate San Gaetano a Padova ospita dal 25 aprile al 28 settembre 2025: “Vivian Maier. The Exhibition”, la più ampia retrospettiva mai dedicata alla fotografa americana. Curata da Anne Morin e prodotta da Arthemisia, l’esposizione è suddivisa in sezioni tematiche che esplorano i soggetti e gli aspetti distintivi del suo stile: dagli intensi autoritratti alle scene di vita urbana, dai ritratti di bambini alle immagini di persone ai margini della società. Vivian Maier, infatti, non abbandonava mai la macchina fotografica. Scattava compulsivamente con la sua Rolleiflex e la sua strategia era l’anonimato, rubare scatti senza orpelli, senza mettere in posa i soggetti, senza stare a pensarci troppo e senza costruire messe in scena catturando la vita che aveva intorno. Con lo scatto silenzioso della macchina fotografica, Maier ha immortalato per quasi cinque decenni il mondo che la circondava: dai banchieri di Midtown ai senzatetto addormentati sulle panchine dei parchi, alle coppie che si abbracciavano o, molto spesso, riprendendo se stessa come un selfie ante litteram.

John Maloof, oltre ad aver trovato i preziosi rullini di Vivian Maier, non ha mai smesso di cercare materiale riguardante questa misteriosa fotografa, e nel 2013 ha co-diretto un documentario candidato all’Oscar, “Finding Vivian Maier” che ha dato alla fotografa fama mondiale.

Simone Lucci